Ettore Consolazione e la luce del sogno di Costantino

di Dario Micacchi

In L’unità , Roma, 28 febbraio 1979

Tenda, 1976 Tela (modello)

Tenda, 1976
Tela (modello)

"... fu spalancata la tenda dell’imperatore per il caldo della notte estiva: e subito un gran lume piove dall’alto, a strapiombo, scrutando da presso come un occhio di luna. Si scialba il rosso padiglione come un dosso pelato di un vulcano, le ombre si appiattano sotto il ciglio delle pieghe cannulate, e il bruno imperatore in bianca berretta, fuor della bianca rimboccatura , accoglie reverente sotto le ciglia suggellate l’"annunzio" luminoso ... ". E’ con queste parole che Roberto Longhi, nel 1927, nel suo straordinario libro su Piero della Francesca, commentava "Il sogno di Costantino" facente parte del ciclo "La leggenda della croce" affrescato in S. Francesco di Arezzo; e aggiungeva che in questo compendio figurativo di Piero gli italiani potevano "riconoscere la propria più vera classicità".
A Ettore Consolazione, che è uno dei nostri giovani artisti di più ricca e libera immaginazione, la magica luce del sogno di Costantino dipinta da Piero, da tempo baluginava in testa e infervorava i pensieri. I riferimenti di gusto all’arte antica sono frequenti negli artisti concettuali, in un Paolini soprattutto. Ma per Consolazione quella luce è assai più che un riferimento: l’ha messa in scena distribuendo, nei tre ambienti della galleria, la tenda di Costantino, le insegne e le armi, le corazze e gli elmi che sono nei grandi affreschi della "Vittoria di Eraclio su Cosroe" e della "Vittoria di Costantino su Massenzio".
Il materiale usato per questa fantastica scultura ambientale, per questo immoto teatro della luce, è la tela: libera nella tenda e imbottita e cucita per le insegne, le armi, gli elmi, le armature. Una scultura morbida di un giallino sbiancante che genera uno stupore visivo nella sua luminosità metafisica: qualcosa di nuovo e di diverso anche rispetto agli oggetti molli di Oldenburg e agli oggetti del più basso grado della realtà di Kantor.
Costantino ha lasciato la tenda e guidato dalle insegne con la croce ha già vinto Massenzio. Ma nell’ambiente creato da Consolazione è restata la magia di quel sogno e di quella luce misteriosa che viene dalla notte lunare, dall’angelo annunciante e dall’interno della mente di Costantino che sogna. Una magia legata ai materiali usati e trattati con una tecnica toccata dalla grazia e contagiata dal sogno poetico di Piero della Francesca.
Con questo suo "Sogno di Costantino", Consolazione imprime una svolta a tutte le ricerche di arte ambientale, concettuale e di materiali poveri tirandole fuori prepotentemente dai piccoli giuochi ermetici di galleria per proiettarle e farle vivere su una grande scena.